LA PASQUA DELL'AGNELLO
Tutto si tiene. Passato, presente e futuro, luce ed ombra, fallimento e riscatto. Tutto si tiene nel Mistero dell’infinitamente grande e dell’infinitamente piccolo, ma soprattutto nella dimensione dell’incommensurabile Amore di Dio per l’uomo.
Ogni altra certezza, energia, forza per quanto grande e potente, fosse pure luce del sole, è destinata alla consunzione e lascerebbe, prima o poi, l’uomo solo, in balia del vuoto, di un destino senza senso.
La Luce di Dio, la Luce che proviene da Dio non ha caratteristiche solo fisiche, di impareggiabile potenza e grandezza ma è una Luce che rischiara le profondità di ogni essere umano, a qualsiasi latitudine, e in qualsiasi tempo, perché si alimenta della forza di una relazione offerta da Dio all’uomo e valida per l’eternità.
Dio è qui, nella relazione senza tempo che lega noi a Lui, e tra noi, in una dimensione oltre lo spazio e oltre il tempo, ma viva, calda, pulsante che ci tiene attaccati alla nostra fonte di vita, che ci tiene vivi.
È un po’ come gli agnellini, bianche teneri e belanti, presenti anch’essi fisicamente (non solo simbolicamente) alla celebrazione pasquale di ieri, famelicamente attaccati al biberon di latte, che il nostro amico Domenico somministrava loro con generosità e premura.
Un gesto concreto e simbolico al tempo stesso, ma di particolare intensità, cui raramente assistiamo, soprattutto nel corso delle ordinarie messe domenicali. Un gesto che vale più di tante pur preziose parole.
Ci restituisce ad una dimensione di fragilità, di sana dipendenza, di umiltà che solo la presunzione o la paura della notte ci suggerisce di nascondere.
Ma la luce della Pasqua, dell’Amore di Dio, morto in croce e resuscitato per noi, deve indurre ciascuno di noi, grande o piccolo, ad alimentarci al latte buono e caldo che promana dalla sua infinita, paterna e materna, generosità.
Auguri