CAOSINFORMA 152
Proviamo, in questo numero di caosinforma (il 152) a dare qualche informazione più approfondita sulle cause, le motivazioni, la complessità della guerra in atto tra Russia e Ucraina, avvalendoci delle riflessioni proposte già nel 2014 della rivista "La Civiltà Cattolica"
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La rivista dei Gesuiti indicava, già allora, la necessità di puntare su una più ampia azione politica e diplomatica per affrontare realisticamente i nodi storici di una conflittualità complessa come quella dei paesi dell'Est Europa dopo la fine dell'URSS.
I fatti ci dimostrano oggi, drammaticamente, come a distanza di 15 anni, niente da allora sia stato fatto per prevenire la guerra, annunciata, di questi giorni.
Ma questo numero non vuole limitarsi a deprecare la logica di guerra, e neppure a provare a ricostruirne le motivazioni, sia pure con l'asuilio di una rivista autorevole come "La Civiltà Cattolica".
Molto più modestamente, vuole sottolineare il "percorso di pace" che il Centro La Tenda, insieme alle Associazioni del territorio, e alle Istituzioni pubbliche, ha voluto rilanciare come concreta risposta, solidale e costruttiva, alla logica aberrante e ingiustificabile di ogni guerra.
Una testimonianza che si colloca in una prospettiva di impegno e responsabilità sociale, l'unica che può favorire una vera cultura di pace e di solidarietà, quale reale antidoto al culto antistorico e antiumano delle armi.
Una serie di articoli de “La Civiltà Cattolica” del 2014, l'autorevole rivista dei Gesuiti, (di cui riproponiamo qualche stralcio) spiegava bene la necessità di puntare su una più ampia azione politica per affrontare (e sciogliere finalmente) i nodi storici di una conflittualità complessa come quella dei paesi dell'Est Europa dopo la fine dell'URSS..
Ma questo numero non vuole limitarsi a deprecare la logica di guerra, e neppure a provare a ricostruirne le motivazioni, ben evidenziate da "Civiltà Cattolica".
Soprattutto caosinforma vuole sottolineare il "percorso di pace" che il Centro La Tenda, insieme alle Associazioni del territorio, e alle Istituzioni pubbliche, ha voluto rilanciare come concreta risposta, solidale e costruttiva, alla logica aberrante e ingiustificabile di ogni atto omicida, tipica di ogni guerra.
Una testimonianza, un piccolo segno, che si colloca in una prospettiva di impegno e responsabilità sociale, l'unica che può favorire una vera cultura di pace e di solidarietà, quale reale antidoto al culto antistorico e antiumano delle armi.