DALLE TENEBRE ALLA LUCE, DALLA SOLITUDINE ALLA RELAZIONE D’AMORE
Si è conclusa ieri sera, presso la Comunità La Pagliuzza, celebrando con il rito della luce la Resurrezione di Cristo, il percorso formativo avviato nei mesi precedenti, con il lavoro sulle maschere. Ovvero con l’elaborazione del modo ordinario di rapportarci reciprocamente, nascondendo a noi stessi e agli altri gli aspetti delle nostre vite, dei nostri percorsi umani, ritenuti impresentabili, inaccettabili.
Ovvero facendo sì che le colpe, o presunte tali, i fallimenti, gli errori, i tradimenti, precipitino nei luoghi più oscuri della nostra vita, nell’illusione di eliminarli, o di nasconderli, per provare a rappresentare noi stessi, attraverso un’immagine taroccata, falsificata, distante dalla realtà.
Luoghi dell’anima dai quali però le voci che da lì giungono non smettono di tormentarci nonostante, o forse proprio perché, proviamo a distorcerne la percezione.
Questo bagaglio ingombrante, questa zavorra, rischia di soffocarci rendendoci sempre più schiavi e incapaci di comunicare veramente e di amare noi stessi e gli altri.
Con la Pasqua ma anche da prima, a partire dalla lavanda dei piedi, Dio ci indica invece la strada del perdono, dell’accoglienza.
Dio, a cui non è bastato lavare i nostri piedi, dare il suo corpo da mangaiare, sacrificandolo con la morte in croce Dio entra nella morte, nella parte più oscura di ciascuno di noi, per trascinarci fuori, in alto, con la sua Pasqua.
Il processo formativo del Centro La Tenda, scandito dal tempo della Quaresima, della Passione, morte e Resurrezione di Cristo, come ha tenuto a precisare il nostro Don Nicola, non si sovrappone né si sostituisce al fatto religioso, ma cerca di tradurlo nella concretezza del vivere comunitario.
In particolare, Don Nicola ha sottolineato l'opportunità che essa rappresenta di farci compiere il passaggio decisivo, dalla schiavitù della maschera, dalle tombe in cui abbiamo rinchiuso le nostre colpe alla vita vera liberamente scelta.
Una prospettiva che ci consente di uscire dalla solitudine in cui ci siamo rinchiusi e dalle maschere con cui copriamo la nostra vergogna, per realizzare una vera comunità in cammino.
Accompagnati allora dall’amore di Cristo e dalla testimonianza del nostro instancabile Don Nicola che ci raccoglie dalle esperienze e dalle lontananze più sperdute, siamo sempre più convinti che un Amore così grande non può andare perduto, e che chi vive come Cristo ha vissuto, ha in dono la sua vita indistruttibile.
Buona Pasqua di luce a tutti