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IL SEI NOVEMBRE IN MEMORIA DI DON NICOLA BARI

In occasione dell’annuale festa della Compagnia degli Amici del Centro La Tenda, istituita il 6 novembre del 2008, e in preparazione degli eventi in programma per il prossimo periodo natalizio, riportiamo la riflessione del nostro compianto presidente/amico Don Nicola Bari, durante la celebrazione della Messa presso la Comunità Sorella Luna in un lontano Natale.
Una riflessione sempre attuale, e forse oggi ancor più.

“Negli ultimi anni stiamo sottolineando molto, anche con energia, il valore dell’amicizia, Cristo stesso disse “vi chiamerò amici” a chi lo seguiva.
Non siamo qui perché siamo parenti, non ci sono legami di sangue. Il legame che c’è tra di noi è un legame molto più forte della parentela, è il legame che ha istituito Gesù Cristo.
Gesù non ha legami di sangue con noi ma ha un legame molto più forte di quello che è il legame di sangue, è un rapporto di amore più autentico, dove si dà la vita in maniera generosa, in maniera libera, non perché è dovuto, o perché c’è una legge, o perché c’è una parentela alla quale si deve rispondere. È un amore gratuito: si ama perché si sceglie di amare in maniera gratuita non perché c’è un dovere o perché c’è un ricambio in questo amore.
Quindi è un legame ancora più forte è la scelta di voler amare ed è una scelta responsabile, una scelta autentica, è una scelta che non è dovuta a niente.
Ha il senso del dono, è la gratuità più piena.
E’ vero ci sono delle responsabilità, dei rapporti anche di lavoro, però non sono i legami fondamentali, anzi il lavoro ha senso e significato se ha questo significato più forte alla base.
Non stiamo qua perché c’è un dovere che ci chiama a stare insieme, oppure c’è una prescrizione o perché la responsabilità del lavoro chiama, non è così, ciò che facciamo insieme e ciò che ci lega è una scelta autentica di voler amare, di volerci bene. L’amicizia è proprio questo rapporto, gratuito in quanto scelta libera.
E questo  legame esiste  per una convinzione, una motivazione, che c’è dentro di noi. Questo momento nostro è realmente un momento di festa, perché è ciò che da significato a tutti gli altri momenti dei nostri giorni.
Siamo amici e automaticamente siamo amici per sempre? No, non è così, anche nel rapporto di amicizia, un rapporto che è comunque libero, gratuito, si cresce insieme, ed è una verifica anche della realtà.
Cristo quando è venuto al mondo è nato in un contesto preciso, in un momento preciso.
Nei nostri rapporti abbiamo bisogno di essere voluti bene, abbiamo bisogno di solidarietà, di esprimere solidarietà anche tra di noi, ma quando arriva questo momento? Quando questo è possibile?
È arrivato il tempo per quello che abbiamo atteso, sperato, che è stato il nostro desiderio profondo e ha una possibilità concreta oggi in questo momento. Il Natale, se ci  pensate, è una festa stupenda, perché il Natale lo festeggiamo tutti, ci sono anche quei segni comuni che lo caratterizzano: si allestisce l’albero,  il Presepe, dove si fa ancora e speriamo che si continui, c’è un sentimento di solidarietà. Eppure, in questa comunanza di gesti e di segni c’è una grande diversità, ogni Natale è diverso per ciascuno di noi, perché il Natale coglie ciascuno di noi nella realtà del momento, tutti festeggiamo lo stesso Natale ma nella diversità di ciascuno di noi.
Ciascuno di noi si trova a vivere una condizione diversa e propria che appartiene alla singolarità di ciascuno, quindi il Natale ci coglie, ogni anno, nella nostra diversità specificità. Ed è molto bello questo perché ogni Natale non è mai uguale all’altro, si presenta sempre con una novità, con delle novità, se non altro perché il tempo passa e quindi le cose cambiano.
Quindi il Natale ci raggiunge nelle novità di ciascuno, e questo diventa un momento prezioso per ognuno, diventa un’occasione unica per vivere questo momento anche per andare avanti.
Il Natale ci dice: avete questa grande opportunità, abbiamo questa grande opportunità nella novità specifica che ciascuno porta, in cui ciascuno si gioca la possibilità di vita, di amicizia, di affetto, di solidarietà fra di noi.
Il Natale dà significato a ciò che facciamo, a ciò che è la nostra vita, a ciò che è il nostro rapporto. Su questo si inserisce il significato profondo dell’amicizia.
Questa singolarità, questa specificità di vita, questa realtà con cui facciamo i conti tutti i giorni, è molto spesso accompagnata anche da grande solitudine, penso che ne abbiate esperienza un po’ tutti, fare i conti con la realtà specifica di ciascuno con tutto ciò che comporta significa fare i conti con la solitudine.
Non pensiate che tutti capiscano le nostre singole condizioni, è difficile condividerle o capirsi sulla specificità vera del momento, e qui facciamo i conti con una grande solitudine con noi stessi, siamo noi con noi, solo con noi, con la nostra specificità.
La risposta dov’è? È da parte di chi riesce a capire condividendo tutto questo, a camminare accanto ad una persona senza pagare nessun dazio perché ci si dona gratuitamente.
È difficile vivere e dare un segno del genere. È molto bello trovare un amico, sentirsi amico, anche senza parlare, sentirsi in tutta la propria singolarità di quel momento forse è l’esperienza più bella di amore, di affetto, che si possa incontrare e forse qualcuno di voi ha l’esperienza di un amore, di un affetto, di un’amicizia del genere.
Tutti siamo amici però la verifica del rapporto di amicizia non cresce sulla parola o quello che uno proclama di essere, ma nell’esperienza della realtà, nella solidarietà, nel senso che siamo capaci di stare vicino, di capirsi reciprocamente in maniera gratuita, senza chiedere nulla in cambio, senza sentire di doverlo fare, perché c’è un dovere.
E questa è un’amicizia stupenda, è un rapporto bello, un rapporto sincero di amore e di affetto. Noi abbiamo incontrato molti amici nella nostra vita ma viene sempre il momento in cui c’è la verifica di questi rapporti.
Nelle nostre esperienze di vita ci sono sempre dei momenti in cui facciamo verifiche, dove tocchiamo con mano se c’è questa gratuità, questa solidarietà.
Il Natale di per sé è proprio un richiamo a questo significato della solidarietà. 
Cristo è stato il nostro primo amico perché ha dato la vita, ha capito l’uomo, ha capito la realtà nostra fino in fondo nelle profondità delle nostre contraddizioni, delle nostre fatiche, della nostra solitudine, e ha dato la vita perché ciascuno di noi non fosse solo, non si sentisse solo, senza chiedere nulla in cambio.
Nel brano evangelico di sulla Natività (Lc 2,12), San luca  Luca è bravo anche a dare i riferimenti storici, vissuti  in quella realtà, in una condizione per certi versi che non ha fatto rumore in una semplice grotta, così come usiamo rappresentarla nel Presepe. 
Con tutte le paure e le incertezze di Maria e di Giuseppe avviene questa nascita, questo dono, in maniera gratuita e la gratuità è rappresentata proprio dal bambino, perché il bambino quando nasce non sa neanche chiedere, il bambino è indifeso e rappresenta proprio quella gratuità del dono che viene dato della vita.
Quando arriva un figlio si fa esperienza di un dono gratuito di vita. Cristo è stato veramente un amico per noi nel nascere in questo modo senza chiedere nulla in cambio, lasciando a noi tutta la libertà, e questa è l’esperienza più grande di amore.  
È bello se il Natale per noi oggi veramente diventi il Natale dell’amicizia, della festa dell’amicizia, di un amicizia più profonda, quella che chiede fiducia, quella che si vive nel quotidiano, nella realtà di tutti i giorni. Anche quando si sta lontani e c’è un rapporto, si è in realtà vicini, Dio è lontano ma è vicino a noi, gli amici non sempre possono stare insieme tutti i giorni, anche Dio pur stando con noi tutti i giorni non è fisicamente accanto a noi.
L’amicizia si sperimenta al di là della distanza e anche al di là del tempo perché dura nel tempo e dura anche dopo la morte nel senso che non è legata ad una fisicità, non è legata ad un tempo, come quella con il Signore non è legata ad un tempo particolare.
La venuta di Cristo è una venuta che continua nell’oggi, nella nostra realtà ed è stupenda questa continuità nel tempo e nello spazio. Quando si sperimenta tutto questo è molto bello.
Ad esempio ci sono molti amici che in questi giorni ho sentito ma che non possono essere ora qui con noi, però sappiamo che ci sono, oggi c’è chi ha potuto essere presente. Molti sono gli amici con cui stiamo costruendo la nostra vita, non a caso abbiamo chiamato la Compagnia degli Amici questo nostro cammino, proprio per rafforzare l’impegno.
È bello sentirsi insieme al di là della propria solitudine e che questo Natale sia davvero la festa dell’amicizia”.  

d. Nicola Bari
 
 

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