FESTA DELL'EPIFANIA
Riportiamo di seguito la sintesi di una rifllessione di Don Nicola sul significato della Epifania.
La bellezza della festa dell’Epifania è sotto i nostri occhi, nella sua profondità arricchita da mille suggestioni. Festa densa di magia e di emozione, festa dei segni celesti e del lungo cammino, in cui possiamo riconoscerci e manifestare il nostro desiderio di cercare e di andare sempre avanti.
Esordisce così don Nicola nella riflessione dedicata alla festa dell’Epifania.
E, aggiunge, cercare Dio significa anche cercare se stessi, ed è un’azione, un movimento che ci tiene vivi in una dimensione di sempre maggiore apertura.
La Festa dell’Epifania è molto bella anche perché collegata con altri segni e ci permette di manifestare il nostro desiderio di cercare e di andare sempre avanti. Esordisce così don Nicola nella riflessione dedicata alla festa dell’Epifania.
In realtà, aggiunge, cercare Dio significa cercare se stessi, ed è un’azione, un movimento che ci tiene sempre vivi in una dimensione di sempre maggiore apertura. Siamo chiamati dunque a cercare.
D’altra parte quello che stiamo vivendo è un periodo di riflessione, avviato con la quaresima. E quello che ci viene detto oggi è che quando si raggiunge una meta, se ne profila subito un’altra.
A dimostrazione del fatto che tutta la vita è un cercare costantemente. Ed ogni tappa ne apre progressivamente un’altra.
Anche per questo, i re magi possono ben rappresentare la nostra condizione umana.
Soprattutto quando, in cerca di un re ricco e potente, si imbattono in un re “povero”, e rischiano di non riconoscerlo.
Ma chi sono veramente i re magi? Alcuni hanno ipotizzato che fossero osservatori di stelle, altri che fossero re di terre orientali e sconosciute altri ancora che fossero astronomi o qualcosa di simile.
Quello che possiamo dire per certo è che questi personaggi misteriosi, fossero sicuramente “cercatori”.
E per questo non possiamo non identificarci in loro.
Inoltre, don Nicola ci indica il bel segno della Stella che compare, scompare per poi riapparire nuovamente.
In fondo la stella, rappresenta la guida, il riferimento che orienta il nostro cammino, la nostra ricerca.
E, difatti, a pesarci bene, come ci aiuta a fare don Nicola, ognuno di noi ha avuto ed ha qualche stella come guida, qualche persona magari riconosciuta solo a posteriori, che ha accompagnato il nostro cammino.
C’è da dire, però, che i magi, almeno apparentemente, vanno incontro al fallimento delle loro aspettative. E difatti si fermano a Gerusalemme invece di proseguire nel loro cammino, essendo partiti con l’aspettativa di trovare un Dio potente e ricco, assiso su un trono sfarzoso e appariscente e ritrovandosi, invece davanti un bambino inerme, deposto in un umile giaciglio di paglia.
In effetti, anche noi, come i magi, cerchiamo il re Invece di cercare il bambino dentro di noi e di accoglierlo, quel bambino, ferito e impaurito che invece rappresenta la parte più preziosa di ciascuno di noi.
Ma i magi hanno dimostrato, in questa circostanza, di saper uscire dagli schemi che impediscono di scoprire e accogliere la vera ricchezza che si nasconde nella condizione di indigenza, di povertà.
Cosa che ciascuno di noi non riesce a fare noi quando si chiude quando si identifica nei templi da adorare piuttosto che mantenere viva la ricerca, utilizzando una tenda per muoversi più speditamente.
In realtà il vero cercatore è chi non ha paura di andare oltre l’apparente certezza degli schemi e dei templi ovvero delle certezze preconfezionate.
Le “vere verità” vanno cercate con coraggio.
Difatti, anche noi, nel nostro tempo, possiamo leggere i segni che ci indicano la strada da seguire ma spesso non li riconosciamo essendo rinchiusi nelle nostre rigide strutture mentali.
Cosicché dai Magi prossimo ricavare la lezione di aprirci alla verità da scoprire oltre le ristrette certezze nelle quali vogliamo confinare la nostra vita.
Vale a dire: aprirci all’universalità del messaggio cristiano (cfr. l’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”).
E in effetti, il cercatore è colui che non riesce, non sa ancora volersi bene, ma certamente riconosce che esiste questa possibilità. E che i doni veri non sono quelli materiali (come l’oro, l’incenso e la mirra, pur simbolicamente ricchi di significato) ma consistono proprio nella capacità e nel desiderio di cercare.
Sono doni per la ricerca. Ma soprattutto per una ricerca che ci vede, non da soli, ma uniti, insieme, come i magi, legati in una relazione, che in fondo è il vero dono da condividere.
L’augurio è dunque di diventare “cercatori insieme”.