AGENDA 2013
LE LINEE GUIDA DI DON NICOLA
L’agenda/calendario del 2013 ripropone alcune frasi chiave pronunciate da don Nicola Bari, Presidente del Centro La Tenda. Sono anche le linee guida che orientano il Centro in una fase di cambiamento che segna una più decisa apertura a nuove forme di disagio, oltre la tossicodipendenza.
Ma soprattutto incita a proiettare il Centro La Tenda nella dimensione, che pur appartiene alla sua mission originaria. Vale a dire: una proposta per lo sviluppo e la crescita non solo personale ma territoriale e sociale.
- “In questi ultimi anni sono già venuti delineandosi nuovi spazi di impegno tra i minori, nelle adozioni, nel lavoro, tra gli immigrati, ecc. Ciò impone che la formazione debba essere più mirata e finalizzata all’impegno che vogliamo consolidare e svolgere. Non basta la professionalità garantita da un titolo di studio”.
- “Abbiamo bisogno di un modello più aperto. Ci vuole ancora più Flessibilità. La nuova struttura, che potremmo chiamare "casa”, collabora con altre realtà del territorio. Questo modello però presuppone che non tutto deve essere fatto da La Tenda”.
- “Come in una famiglia dove i genitori decidono cosa hanno bisogno i propri ragazzi, così in comunità ci saranno i "genitori" con hanno la responsabilità educativa. In questo si affidano ad una struttura esterna con cui c'è un dialogo. L’importante è non fare confusione. Questo modello richiede una diversa modalità di operare sia come compiti sia come responsabilità”
- “Occorre mettere a punto una organizzazione dei processi formativi che superi l’esperienza della Comunità Terapeutica, come sistema chiuso. e offrire sostegno ma anche opportunità di autonomia a chi è nel disagio”.
- Il Centro La Tenda punta a favorire l’inclusione sociale di gruppi svantaggiati secondo una logica diversa, che agisce a livello di “sistema”, in termini di promozione complessiva dello sviluppo sociale, sia in relazione alle problematiche di un determinato territorio, sia in risposta ai bisogni espressi dalle persone, e fra queste quelle più fragili.
- “I servizi non necessariamente sono finalizzati al recupero del tossicodipendente ma c'è un ampliamento dell’utenza e delle risposte, con percorsi diversi, non necessariamente di lunga durata, con modalità nuove e più funzionali”.
- “Dall'idea di Comunità terapeutica, si è sempre meglio definita una nuova idea di Comunità aperta, di passaggio, risorsa della rete territoriale al servizio della persona, del giovane, della famiglia ma anche della comunità sociale"
- I giovani sono da sempre nel cuore del Centro La Tenda. E lo sono anche quando non presentano, evidente, lo stigma del disagio. Di fatto i giovani cercano, oggi più che mai, una proposta capace di rispondere ad un malcelato bisogno di partecipazione attiva alla vita collettiva. Si parla infatti spesso di prevenzione, di educazione, ma poco di giovani protagonisti, responsabili dello sviluppo sociale. Inostri giovani vanno sollecitati ad essere costruttori del loro futuro, individuale e sociale, perché, in definitiva, questo è il modo migliore di “fare prevenzione. C'è poco da rilassarsi. Tra le tante competenze che oggi gli educatori (genitori, insegnanti, operatori, formatori in genere) sono chiamati a padroneggiare ve n'è una in particolare che non concede oramai deleghe o dilazioni. Le nuove tecnologie che l'informatica mette a disposizione di tutti comportano inesorabilmente un diverso modo di informarsi e di apprendere, ma anche di relazionarsi.
- “Nelle strutture non ci sono più gli operatori, ma si parla di operativi. Questo comprende tutti quelli che operano nel nostro Centro”.
- “E’ necessario prestare attenzione alle esigenze delle persone: non tutti fanno le stesse cose. Questo nuovo modello dunque non prevede il factotum incarnato nella figura dell'operatore”.